Il Santuario del Sacro Cuore di Gesù a Como sorse come cuore spirituale della Casa della Divina Provvidenza voluta da don Luigi Guanella. Nel tessuto cittadino assunse presto un ruolo di riferimento sia per la preghiera sia per la carità organizzata, coniugando culto, educazione e assistenza ai più fragili.
L’ispirazione al santuario maturò negli anni Ottanta dell’Ottocento, quando don Guanella consolidò a Como le sue opere. La posa della prima pietra avvenne il 19 aprile 1892; la chiesa si aprì al culto il 1° gennaio 1893 e si consacrò il 6 aprile 1893. Il vescovo Andrea Carlo Ferrari incoraggiò una chiesa non solo interna all’opera, ma aperta alla città, perché divenisse polo di devozione al Sacro Cuore.
Già nei primi decenni del Novecento la chiesa risultò insufficiente e si avviarono ampliamenti (dal 1913) con l’intento di farne un vero santuario. S’aggiunsero il transetto e cappelle laterali e si progettò un percorso devozionale ispirato ai Luoghi Santi (Nazareth, Betlemme, Calvario, Santo Sepolcro). La morte di don Guanella nel 1915 interruppe parte dei progetti, ma il cantiere proseguì a fasi: nel 1923 si benedisse la scala che conduce al Calvario interno; nel 1942 si intervenne su facciata, coperture e quattro cappelle; seguirono restauri tra 1985–1986 e nel 2005.
La facciata, solenne e proporzionata, si organizzò attorno a un portale monumentale sormontato dalla statua del Sacro Cuore. Il prospetto introduce a uno spazio raccolto ma capace di grandi celebrazioni.
Il titolo del Sacro Cuore rimandò alla contemplazione dell’amore misericordioso di Cristo. Il santuario si configurò come “trono di grazia”, luogo di Eucaristia, confessione e devozioni popolari, ma anche fucina di carità sociale: attorno ad esso crebbero opere educative, assistenziali e vocazionali ispirate al principio guanelliano di provvidenza operosa.