La Basilica patriarcale di Santa Maria Assunta ad Aquileia rappresenta un monumento straordinario che testimonia le origini del cristianesimo nell'Italia settentrionale e racchiude in sé secoli di storia, arte e spiritualità. Il primo edificio fu costruito tra il 313 e il 320 d.C. per volontà del vescovo Teodoro, poco dopo l’Editto di Milano. Il complesso originario era costituito da due grandi aule parallele, chiamate aule teodoriane, collegate tra loro da un atrio e affiancate da un battistero. Una delle due aule era destinata al culto, l’altra alla formazione dei catecumeni. Ancora oggi si possono osservare resti di queste strutture nella navata centrale e nella cripta degli scavi.
Dopo le devastazioni del V secolo, soprattutto a seguito delle invasioni di Attila nel 452, fu necessario ricostruire parte dell’edificio. Tra l’VIII e il IX secolo, il patriarca Massenzio restaurò profondamente la basilica, aggiungendo il transetto, l’abside e una cripta posta sotto l’altare. Nell’XI secolo fu invece il patriarca Poppone a conferirle l’aspetto romanico che ancora oggi caratterizza la chiesa. A lui si deve anche la costruzione dell’imponente campanile, alto oltre settanta metri, che divenne un modello architettonico per le torri campanarie friulane.
L’interno della basilica colpisce per la sua vastità e per il prezioso pavimento musivo paleocristiano, riportato alla luce durante gli scavi del Novecento. Questo mosaico, che si estende per circa 760 metri quadrati, è il più grande dell’Occidente cristiano e rappresenta scene allegoriche, simboli cristiani, figure di animali, ritratti, stagioni e la celebre scena di Giona, allegoria della resurrezione. Il pavimento risale al IV secolo ed è organizzato in diverse sezioni, ciascuna con motivi iconografici complessi e profondamente significativi.
Sotto il presbiterio si apre la Cripta degli Affreschi, realizzata nel IX secolo per accogliere le reliquie dei santi martiri Ermacora e Fortunato. Il ciclo pittorico che decora le pareti e le volte della cripta risale al XII secolo e racconta la vita di Cristo, la Passione e la Dormizione della Vergine, oltre a episodi delle origini della fede cristiana in Aquileia. Le figure dipinte, influenzate da stilemi bizantini e veneziani, offrono uno straordinario esempio di arte medievale religiosa.
Ancora più in profondità si trova la Cripta degli Scavi, un’area archeologica dove si conservano i resti dell’antica domus romana e delle prime costruzioni cristiane. Attraverso passerelle sopraelevate è possibile osservare mosaici, murature e pavimenti in cocciopesto che documentano la lunga evoluzione del sito, dal periodo romano fino all’età carolingia.
A completare il complesso monumentale, si trovano il battistero paleocristiano con vasca esagonale e la cosiddetta Südhalle, l’aula meridionale un tempo collegata alla basilica, oggi trasformata in spazio museale. In essa si conservano ampi tratti di pavimento musivo, tra cui il celebre mosaico del Pavone, simbolo della vita eterna.
Il campanile romanico, costruito all’inizio dell’XI secolo, svetta sulla pianura friulana e nei giorni limpidi offre uno sguardo che abbraccia la laguna di Grado e le Alpi Giulie. Ai piedi dell’abside sorge il cimitero degli eroi, dove riposano dieci militi ignoti e Maria Bergamas, madre simbolo dei caduti nella Prima Guerra Mondiale. Questo luogo, carico di memoria, sottolinea il legame profondo tra la basilica e la storia civile italiana.