Ettore visse durante il regno dell'imperatore Diocleziano, noto per le persecuzioni contro i cristiani (284-305 d.C.). Le informazioni storiche su di lui sono estremamente limitate, ma si presume che sia stato martirizzato in Grecia. Il suo nome deriva dal greco "Héktor", latinizzato in "Hèctor", che significa "sostenitore", "che trattiene fortemente" o "reggitore (del popolo)". Una delle testimonianze più antiche su Sant'Ettore si trova nel Martirologio Romano, dove è menzionato come "Ettore di Smirne" e commemorato il 20 giugno.
Nonostante la scarsità di dettagli storici, il culto di Sant'Ettore si diffuse ampiamente, specialmente nelle regioni della Lombardia e del Trentino. La figura del santo si intrecciò con quella dell'eroe troiano Ettore, celebre protagonista dell'Iliade di Omero, contribuendo ad accrescere la sua fama e devozione.
Un'opera letteraria che influenzò significativamente la percezione del santo fu il romanzo storico "Ettore Fieramosca" di Massimo d'Azeglio, pubblicato nell'Ottocento. Il protagonista del romanzo, omonimo del santo, era un condottiero italiano che guidò la vittoriosa Disfida di Barletta nel 1503 contro i cavalieri francesi. Questa sovrapposizione tra il santo e l'eroe letterario rafforzò ulteriormente la venerazione di Sant'Ettore, specialmente nel Nord Italia.
Sant'Ettore è generalmente raffigurato come un giovane cavaliere in armatura, spesso a cavallo. I suoi attributi iconografici includono la palma del martirio, simbolo della sua sofferenza e morte per la fede, la spada e lo scudo, rappresentativi del suo ruolo di guerriero. In alcune rappresentazioni, è presente anche un'aureola, simbolo della sua santità.
Il nome Ettore, derivato dal greco "Héktor" e latinizzato in "Hèctor", significa "sostenitore", "che trattiene fortemente" o "reggitore (del popolo)". È un nome carico di significato, che riflette la forza e la protezione offerte da Sant'Ettore ai suoi devoti. Esiste anche una versione femminile del nome, Ettorina.
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