Alberto degli Abati, detto da Trapani dal luogo dove nasce, secondo la tradizione meglio documentata, intorno al 1240, entra nell'ordine carmelitano di quella città, divenendo prete e svolgendo il suo apostolato in tutta l'isola.
La sua predicazione è accompagnata dalla fama di miracoli: fra i più famosi quello avvenuto a Messina assediata, dove alcune navi cariche di viveri avrebbero prodigiosamente raggiunto il porto. Altre tradizioni narrano di tre ebrei sul punto di annegare soccorsi e convertiti da Alberto che cammina sulle acque secondo l'esempio di Cristo; in altri casi l'intervento del santo libera alcuni indemoniati.
La sua attività di predicatore e di superiore dei carmelitani della Sicilia dura fino alla morte, avvenuta a Messina il 7 agosto 1307. Non conosciamo suoi scritti di rilievo né abbiamo notizia di una sua specifica spiritualità. Sulla sua figura permangono anzi oscurità e incertezze.
Alberto è ricordato fin dalle prime redazioni del Catalogus Sanctorum ordinis Carmelitanum. I riferimenti però presentano scarsi caratteri specifici mentre risentono di topoi agiografici, come quelli della nascita preannunciata agli anziani genitori e del corpo che profuma dopo la morte. Sulla stessa linea si pone anche la biografia segnalata, ed edita, negli Analecta Bollandiana del 1898, alla quale hanno attinto i successivi biografi, da Vincenzo Barbaro a Giovanni M. Polucci.
In contrasto con la scarsità di notizie storiche e di testimonianze dirette, il culto è invece ben definito. Lo riscontriamo molto diffuso all'interno dell'ordine, ma pure assai presente e radicato a livello popolare. Nel 1346 ad Alberto viene dedicata una cappella nel convento di Palermo. Nel 1375 il capitolo generale dell'ordine comincia ad interessarsi fattivamente alla canonizzazione; nel 1411 è pronto l'Ufficio proprio. Nel 1457 il culto è permesso, vivae votis oraculo, da Callisto III; la bolla di conferma viene emanata nel 1476 da Sisto IV. I decenni successivi vedono Alberto iscritto in numerose edizioni di Martirologi e Breviari.
La festa si celebra il 7 agosto. A partire dal XV secolo iniziano le biografie, trascritte in numerose copie fino alle prime edizioni a stampa. Battista Spagnoli gli dedica un'ode saffica. Intanto la popolarità di Alberto cresce, come è provato dal diffondersi delle reliquie un po' in tutta Europa; con esse in particolare si benedice l'«acqua di sant'Alberto» usata contro le febbri terzane; il santo è invocato anche contro i terremoti e per esorcizzare i posseduti dal demonio. La popolarità della sua figura è confermata anche dall'iconografia, particolarmente ricca: Alberto è rappresentato con in mano un libro, o il crocifisso, e un giglio nei dipinti di Filippo Lippi (carmelitano), Andrea del Sarto, Guido Reni, il Guercino.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Messina, sant’Alberto degli Abbati, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, che con la sua predicazione convertì molti Giudei a Cristo e provvide di viveri la città assediata.
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