Valerio nacque a Saragozza da una famiglia romana. Vescovo di Saragozza, fu uno dei prelati più famosi della Chiesa di Spagna. Promosso alla cattedra episcopale di Saragozza, per i suoi meriti e virtù, si dedicò, come vescovo, ad adempiere fedelmente il suo ufficio pastorale. Frequentò il concilio di Elvira (ora Granada). Gli ultimi anni del suo episcopato non poté adempiere alla carica di predicazione e così fu soprannominato "il balbuziente". Ma trovò un magnifico assistente nel diacono San Vincenzo, portato da Huesca.
Siamo all'inizio del IV secolo, quando Diocleziano e Massimino scatenarono una delle più crudeli persecuzioni contro i cristiani, in Spagna trovarono un fedele esecutore degli ordini, Daciano governatore del Tarraconense, che quando vide i progressi del vescovo Valerio e del suo diacono ne ordinò l'arresto e il trasferimento a Valencia, dove sperava di sottometterli. Il governatore voleva convincere Valerio e gli offrì, facendo appello ai suoi tanti anni, la libertà se avesse convinto i suoi fedeli a praticare il culto dell'imperatore. Il venerabile vecchio fu indignato e, a causa della sua difficoltà nel parlare, pregò il suo fedele diacono di confessare la sua fedeltà a Gesù Cristo per entrambi. Vincenzo lo fece, e per questo fu torturato e giustiziato, e Valerio fu esiliato ad Anet (Aragona), presso Barbastro, dove visse per circa dodici anni dedito alla preghiera e alla penitenza.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Valerio, vescovo di Saragozza in Spagna, che partecipò al primo Concilio di Elvira e, condotto a Valencia insieme a san Vincenzo, fu mandato in esilio.
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