San Trifone nacque intorno all’anno 232 d.C. nella regione della Frigia, nell’odierna Turchia. Crebbe in una famiglia cristiana e, fin da fanciullo, si dedicò alla preghiera e allo studio delle Scritture. La tradizione lo ricordò come un giovane semplice, legato al lavoro dei campi e alla custodia degli animali.
Nella giovinezza operò numerosi prodigi attribuiti alla sua intercessione: liberò persone tormentate dal maligno e, secondo le memorie popolari, preservò campi e raccolti da invasioni di parassiti e calamità. A lui si collegò una particolare attenzione al creato e al mondo rurale, che lo rese caro a contadini e viticoltori.
Durante la persecuzione dell’imperatore Decio (249-251 d.C.), Trifone fu arrestato perché rifiutò di sacrificare agli dèi pagani. Condotto a giudizio, confessò pubblicamente la fede: «Sono cristiano». Dopo torture e oltraggi, subì la decapitazione e coronò il martirio intorno al 250 d.C.
Le sue reliquie furono venerate in Oriente e, nel corso dei secoli, raggiunsero diverse città del Mediterraneo, favorendo un’ampia devozione. Il suo culto si radicò in particolare nei territori agricoli, dove la sua intercessione venne invocata per la protezione dei raccolti e degli animali.
L’iconografia lo rappresentò come un giovane martire con la palma del martirio; talvolta compare accanto a elementi agricoli come viti e campi, oppure con un uccello da caccia, segno dei suoi antichi patronati rurali.
