Teofilo arrivò a Costantinopoli, quando era ancora un ragazzo, proveniente dall'Asia. S. Tarasio (25 feb.) si interessò a lui e gli diede una buona istruzione. Quando il suo benefattore venne promosso al patriarcato di Costantinopoli, Teofilo e Michele il Confessore si fecero monaci.
Furono inviati presso un monastero vicino al Bosforo e quando Tarasio pensò che fosse giunto il momento, li ordinò entrambi vescovi, Michele alla sede di Synnada e Teofilo a quella di Nicomedia.
fNell'806 Niceforo succedette a Tarasio nella sede di Costantinopoli e nell'813 divenne imperatore Leone l'Armeno che col tempo si rivelò un iconoclasta. Niceforo decise quindi di convocare alcuni vescovi, tra i quali c'erano anche Michele e Teofilo, e far visita all'imperatore per esporgli le proprie teorie.
Poiché Leone era rimasto insensibile alle frasi del patriarca, Teofilo, mosso da uno spirito profetico, prese la parola e disse: «Lo so che non ti interessi assolutamente della pazienza e della sopportazione di Dio, ma ti avverto che subirai una morte terribile e che non ci sarà nessuno che ti potrà salvare».
A quel punto Leone andò su tutte le furie e li condannò tutti. Teofilo venne imprigionato presso una fortezza dalla quale venne liberato solo dalla morte, avvenuta nell'845. La sua profezia si avverò quando, nel giorno di Natale dell'820, Leone venne attaccato da del cospiratori mentre si trovava nella sua cappella. Sebbene egli fosse riuscito a prendere il crocifisso che si trovava sull'altare e a lottare contro i suoi avversari usandolo come un'arma, venne colpito e ucciso prima che arrivasse qualcuno in aiuto.
Teofilo si distinse per le varie opere di carità a cui prese parte; ebbe sempre un'attenzione particolare per gli orfani e per le vedove. Costruì ospedali e rifugi; fu sempre generoso coi poveri c si racconta che portasse sempre dell'acqua con sé per lavare le ferite degli ammalati che incontrava.
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