San Goffredo, Vescovo di Amiens, fu quasi contemporaneo di Goffredo di Buglione, « Avvocato del Santo Sepolcro ». Al tempo della Crociata era ancora giovinetto. Nato da genitori benestanti e devoti, entrò nell’Abbazia di Monte San Quintino, dove ricevette una profonda formazione spirituale e si distinse presto come esempio di un’austerità piuttosto rara per quei tempi.
Era devoto dei due Santi calzolai Crispino e Crispiniano. Ogni anno, il 25 ottobre, giorno della loro festa, si recava a Soissons, nel monastero a loro intitolato. I monaci del luogo usavano celebrare la ricorrenza mangiando e bevendo oltre misura. Si ricorda un episodio in cui il giovane Goffredo, ancora novizio, li rimproverò severamente e rifiutò di unirsi alla loro mensa.
Fu ordinato sacerdote e in seguito divenne Abate del monastero di Nogent, dove si mostrò zelante, ottimo amministratore e di cristallina integrità in un’epoca segnata da simonia e compromessi morali. Per i suoi meriti spirituali — e non per interessi politici — i feudatari e il re lo elessero Vescovo di Amiens.
Entrò nella città a piedi nudi, in abito da pellegrino, evitando ogni pompa. In tempi in cui i Vescovi erano spesso considerati come potenti signori, il suo esempio suscitò grande ammirazione e consolazione tra i fedeli.
Il nome Goffredo (in antico Gottifredo) è di origine germanica e significa “pace di Dio”, un nome devoto e spirituale, insolito tra quelli di origine guerresca e pagana. Da Vescovo, San Goffredo cercò instancabilmente di ristabilire nella sua diocesi quella pace divina cui il suo nome alludeva. Ma “pace di Dio” significava spesso lotta contro chi rifiutava i precetti della Chiesa.
I nemici della pace erano numerosi: tra il popolo, tra i feudatari, e persino tra religiosi e sacerdoti. La vita del Vescovo fu dunque difficile, la sua azione di riformatore e pacificatore continuamente ostacolata. Si tentò perfino di avvelenarlo, ma il veleno uccise invece un cane, che così gli salvò la vita.
Un giorno di Natale, i signori del luogo gli portarono, come di consueto, le loro ricche offerte; egli le rifiutò, notando la mondanità dei loro atteggiamenti e la frivolezza della loro condotta.
In quel periodo, la città di Amiens tentava di organizzarsi in libero Comune, ribellandosi al dominio dei feudatari. Mentre molti Vescovi sostenevano i potenti per difendere i propri privilegi temporali, San Goffredo si schierò con il popolo, appoggiando il movimento comunale. Il tentativo fallì, i feudatari ripresero il controllo della città, e la vita del Vescovo — che amava la giustizia più del proprio interesse — divenne ancora più ardua.
Il 25 ottobre 1115, come ogni anno, San Goffredo si trovava a Soissons, presso la chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano. Durante il viaggio di ritorno si ammalò e fu costretto a fermarsi. Morì l’8 novembre nell’abbazia dedicata ai due Santi calzolai, dove fu sepolto.
Soltanto quattro secoli più tardi, le reliquie di San Goffredo, Vescovo di vita contrastata ma di fede incrollabile, ricevettero il culto riservato ai Santi.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Soissons in Francia, deposizione di san Goffredo, vescovo di Amiens, che, formatosi per un quinquennio alla vita monastica, patì molto nel ricomporre i dissidi tra i signori e gli abitanti della città e riformare i costumi del clero e del popolo.