San Flaviano visse nel IV secolo ed è venerato come martire cristiano durante il regno dell’imperatore Giuliano l’Apostata (361–363). Appartenne a una famiglia romana di rango elevato e professò apertamente la fede cristiana in un periodo segnato dal tentativo di restaurazione del paganesimo e dalla repressione contro i seguaci di Cristo.
Secondo la tradizione agiografica, Flaviano fu marito di Santa Dafrosa e padre delle sante Bibiana e Demetria. L’intero nucleo familiare si distinse per la fedeltà al Vangelo e divenne esempio di santità vissuta nella vita quotidiana, fino alla prova suprema della persecuzione.
A causa della sua dichiarata professione di fede, Flaviano venne arrestato e sottoposto a umiliazioni e supplizi. Fu marchiato a fuoco sul volto, con il segno riservato agli schiavi, e condannato ai lavori forzati. La tradizione colloca la sua prigionia e la sua morte in diverse località del Lazio settentrionale, tra cui Montefiascone, Acquapendente e Civitavecchia.
Egli affrontò la sofferenza senza rinnegare la fede cristiana e concluse la sua vita terrena come martire, testimoniando con il sacrificio personale la propria adesione a Cristo.
Il culto di San Flaviano si radicò in modo particolare a Montefiascone, dove sorse la Basilica di San Flaviano, importante luogo di culto lungo la Via Francigena. La tradizione locale venera il santo come patrono della città e conserva reliquie a lui attribuite, meta di devozione e pellegrinaggio.