Nel cuore del centro storico di Napoli, lungo via Giovanni Paladino, si erge la Chiesa di Santa Maria di Monteverginella, un gioiello architettonico che custodisce secoli di storia, arte e spiritualità. Fondata nel 1314 da Bartolomeo di Capua, protonotario del re Roberto d’Angiò, la chiesa fu edificata sul sito di un'antica edicola votiva dedicata a Santa Maria dello Spirito, con l'annesso monastero. Nel corso dei secoli, l'edificio ha subito numerosi interventi architettonici e decorativi, trasformandosi in un esempio significativo del barocco napoletano.
All'interno della chiesa è custodito il corpo di San Francesco Caracciolo, fondatore dell'ordine dei Chierici Regolari Minori (noti anche come Caracciolini) e patrono dei cuochi d'Italia. Morì il 4 giugno 1608 ad Agnone, in Molise, e fu inizialmente sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Napoli.
Il 9 maggio 1844, le sue spoglie furono traslate nella Chiesa di Santa Maria di Monteverginella, dove sono tuttora conservate. La tomba del santo si trova nella terza cappella a destra dell'altare maggiore, all'interno di una cappella a lui dedicata. La presenza delle reliquie di San Francesco Caracciolo conferisce alla chiesa un'importanza particolare per i fedeli e i devoti, che vi si recano in pellegrinaggio, soprattutto in occasione della sua memoria liturgica, celebrata il 4 giugno.
Oltre al corpo di San Francesco Caracciolo, la chiesa conserva anche le spoglie di tre sante martiri: Santa Cristina, Santa Ermione e Santa Gatuzia. Queste reliquie furono trasferite a Napoli da Roma, sia per motivi teologici—l'ottenimento dell'"altare privilegiato", che garantiva la remissione completa dei peccati per chi partecipava alla messa—sia per motivi pratici, poiché tale privilegio attirava numerosi fedeli e donazioni.
La Chiesa di Santa Maria di Monteverginella è un esempio straordinario di arte e architettura barocca. L'interno, a croce latina con una navata unica e cinque cappelle per lato, è arricchito da opere di artisti come Domenico Antonio Vaccaro, Luca Giordano, Mattia Preti e altri. Il soffitto ospita tre tele di Vaccaro, tra cui la "Visione di San Guglielmo da Vercelli" e la "Madonna con Bambino in gloria e santi". Il pavimento in cotto e marmi policromi, anch'esso opera di Vaccaro, aggiunge ulteriore splendore all'ambiente sacro.
Il chiostro adiacente, di forma rettangolare con ventotto pilastri in piperno e capitelli tuscanici in travertino, rappresenta un ulteriore elemento di interesse storico e architettonico. Al centro si trova un pozzo del XVII secolo, e gli stucchi delle finestre sono attribuiti a Vaccaro.
Dopo un periodo di chiusura, la Chiesa di Santa Maria di Monteverginella è stata riaperta al pubblico nell'ottobre del 2019, grazie a un importante restauro curato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il comune di Napoli. Le visite guidate, organizzate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice - Salesiane di Don Bosco, offrono l'opportunità di esplorare questo straordinario complesso monumentale e di riscoprire le sue ricchezze artistiche e spirituali.