Lorenzo nacque a lacciolo, vicino a Siponto in Puglia. In seguito all'omicidio involontario di un giovane uomo, si recò in pellegrinaggio a San Giacomo di Compostella per espiare la colpa. Tornato in Italia nel 1209 andò a Subiaco dove entrò in una comunità di benedettini, ricevendo ben presto il permesso di ritirarsi in eremitaggio. Visse per trentatré anni in una grotta vicino al Sacro Speco di S. Benedetto (11 lug.), sottoponendosi a pratiche di mortificazione corporali particolarmente dure, anche per un'epoca nella quale erano diffuse e molti aspetti della vita quotidiana erano incredibilmente disagevoli rispetto ai parametri moderni: indossava a contatto con la pelle una cotta di maglia (lorica) ricoperta da punte aguzze; da qui il nome di Loricato "il corazziere".
Si conosce poco altro della stia vita e delle sue azioni, a parte pii racconti generici. Nel suo caso manca completamente la prova di una più ricca e complessa personalità che permetta, se non di capire pienamente, almeno di collocare la sua mortificazione in un qualche contesto sociale prossimo (come, per esempio, per S. Teresa d'Avila, 15 ott.).
Tuttavia, oggi siamo a conoscenza del fatto che molte persone malate, tra cui giovani che soffrono di intollerabili e generalmente immotivati sensi di colpa, d'inadeguatezza o di solitudine, tendono a essere autolesionisti e ad avere bisogno di cure.
È noto anche che comportamenti cado-masochisti di auto-repressione praticati per il piacere sessuale, spesso possono essere mascherati da idealismi religiosi.
Non si avevano queste conoscenze nel 1778, quando il culto del B. Lorenzo Loricato venne approvato. Egli quindi venne proposto come un modello che in realtà non può essere.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Subiaco nel Lazio, beato Lorenzo, detto Loricato, che, avendo ucciso una persona accidentalmente, si impose come espiazione una vita di estrema austerità e penitenza e visse da eremita nella grotta di una montagna.
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