Gisella è nota nella storia in modo particolare per essere stata la moglie di S. Stefano d'Ungheria (1 1038, 16 ago.), il primo effettivo re cristiano del popolo che egli aveva unito in un solo stato (molto più vasto di quanto risulta ai nostri giorni), dotandolo di un forte sistema legislativo e limitando il feudalesimo.
Gisella probabilmente sostenne il marito in questi sforzi, come pure nelle opere caritative e nella costruzione di chiese, ma le fonti disponibili sono avare di notizie.
Era figlia di Enrico II di Baviera e di Gisella di Burgundia, sorella di S. Enrico II imperatore (t 1024, 13 lug.). La nostra Gisella sposò Stefano nel 996, poco prima che divenisse re. Per quasi quarant'anni collaborò con il marito nell'opera di conversione, fondando e sovvenzionando chiese e monasteri con generosi doni. Suo figlio maggiore (Emerico) morì nel 1031, seguito da Stefano solo sette anni dopo. Il suo successore, Pietro Orseolo, era ostile alla politica di Stefano e alle proprietà di Gisella, così si distaccò dalla prima e confiscò le seconde.
Gisella sentì di non essere più accettata e si ritirò nel monastero benedettino di Niedernburg, vicino a Passau, dove divenne badessa; ivi morì, nel 1060, e fu sepolta. La sua tomba fu per secoli meta di pellegrinaggi, segno di un culto antichissimo. Serie prove 'della sua venerazione si trovano nei martirologi delle abbazie benedettine dell'Ungheria e della diocesi di Passau ovunque la festa è celebrata il 7 maggio). Nel 1908 le sue reliquie furono riesumate e venne fatta una ricognizione ufficiale.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Niedernburg nella Baviera, in Germania, beata Gisella, che, sposata con santo Stefano re d’Ungheria, aiutò il marito nell’opera di propagazione della fede e, dopo la sua morte, spogliatasi di tutti i suoi beni e in esilio dal regno, si ritirò in questo monastero, di cui fu poi badessa.
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