Proietto, in latino Projectus o Prisco (in francese Priest, Prest e Preils) nacque in Alvernia, regione francese centromeridionale. Egli è il protagonista di una delle Vite merovingie più attendibili e interessanti, scritta da un monaco di Volvic nel Puy-de-Dòme, probabilmente un suo contemporaneo, anche se non sembra che lo conoscesse personalmente. Proietto fu istruito da Genesio, vescovo della diocesi di Alvernia (3 giu.) ed educato agli studi delle Scritture, della storia ecclesiastica e del canto gregoriano. Segui Felice, successore di Genesio, sulla cattedra di Alvernia nel 666 e fondò monasteri, chiese e ospedali. Predicò assiduamente, con sapienza e fervore.
La sua morte fu conseguenza di intrighi e corruzione negli ambienti del potere. 11 patricius o governatore di Marsiglia, di nome Ettore, fu accusato (i racconti discordano su chi avesse preso l'iniziativa) di violenze e crimini. Dopo essere stato convocato a corte dal re Childerico II, fu arrestato e giustiziato per ordine del re. Un certo Agrizio, convinto che fosse stato Proietto a protestare con il re per la condotta di Ettore, si adoperò per organizzare la vendetta. Raccolse un gruppo di persone armate che si imbatterono nel vescovo e nei suoi compagni di viaggio, di ritorno dalla corte di Volvic, a qualche miglio da Clermont. Gli armati uccisero prima l'abate Amarino (anch'egli venerato localmente come santo), avendolo probabilmente scambiato per il vescovo; Proietto si fece allora avanti lasciandosi riconoscere: prima fu pugnalato, poi il suo capo venne spaccato in due da un colpo di spada. Venne immediatamente venerato come martire; il suo culto si diffuse ai calendari monastici inglesi dell'XI e XII secolo. La parte più importante delle sue reliquie venne successivamente trasferita nell'abbazia di Flavígny in Borgogna.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Clermont-Ferrand nella regione dell’Aquitania, in Francia, santi Preietto, vescovo, e Amarino, uomo di Dio, entrambi trucidati dai notabili della città.
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