San Romedio nacque a Innsbruck, nel Tirolo, nel IV secolo da una nobile e ricca famiglia austriaca; la sua infanzia trascorre negli agi e con un'educazione di stampo cristiano. Una volta cresciuto Romedio compie una scelta coraggiosa: egli rinunciò alla sua eredità destinandola a chi ne aveva bisogno per vivere da povero eremita e designare la sua esistenza alla preghiera e alla contemplazione del Signore.
Durante un pellegrinaggio a Roma per conoscere il Papa, incontrò a Trento il Vescovo della città Vigilio, e tra loro nacque una profonda amicizia. È al ritorno da questo viaggio che, giunto nella Val di Non, a Sanzeno, iniziò il suo eremo, in cima ad una rupe a 70 metri di altezza, dove si ritirò dentro una grotta e morì nel 400 o 405. Fu qui seppellito.
Diverse sono le storie intorno a questo Santo, dalle guarigioni miracolose al prodigio dell'acqua fatta scaturire da una roccia, ma la leggenda narra anche una incredibile storia che riguarda un orso, che vediamo ancora oggi accanto a lui nelle raffigurazioni che lo rappresentano.
La storia narra che un giorno Romedio volesse andare a trovare Vigilio, il Vescovo suo amico e consigliere spirituale. I suoi discepoli si recarono a prendere il suo cavallo e lo trovarono sbranato da un orso, che ancora se ne stava cibando. Il Santo senza scomporsi si avvicinò alla bestia feroce e gli intimò di farsi imbrigliare e di portarlo a Trento. E così avvenne.
Nell'anno Mille i suoi devoti fedeli costruirono la prima chiesa a lui dedicata nella grotta dove visse, e qui sono custodite le spoglie di San Romedio. In seguito furono aggiunte altre quattro chiese sovrapposte che formano il Santuario a lui dedicato, collegate tra loro da oltre 100 scalini.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Val di Non in Trentino, san Romedio, anacoreta, che, donati i suoi beni alla Chiesa, condusse vita di penitenza nell’eremo che ancora oggi porta il suo nome.
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