« Giulia, santa, martire è commemorata nel
Martirologio Geronimiano come martire della Corsica »
Documenti attendibili narrano che fu vittima della persecuzione di Decio; subì il supplizio della croce a Cartagine e le sue reliquie giunsero in Corsica in epoca posteriore.
La storia conferma che l'imperatore Decio, abolendo le norme meno rigorose di Traiano in favore dei cristiani, riaccese una
crudele persecuzione con un editto emanato nell'anno 250. Molte, e soprattutto in Africa, furono le vittime. S. Cipriano, vescovo di Cartagine, ricordando questa persecuzione, di cui fu spettatore, dice che il sangue dei martiri fluiva a torrenti.
Tra i martiri che testimoniarono il loro amore e la loro adesione a Cristo Signore con coraggiosa professione di fede, trascrive anche il nome di
Giulia. In un sermone riportato dal suo discepolo e biografo Possidio nell'Indicus scriptorum Augustini, l'illustre Vescovo d'Ippona attesta che a Cartagine, nella basilica di Fausto, erano venerate le reliquie della martire Giulia, insieme a quelle dei martiri Florenzio, Gennaro, Giusta e Catulino.
titolo Trittico della martire crocifissa
autore Hieronymus Bosch anno 1497 circa
Quanto al supplizio della crocifissione, inflitto alla nostra Santa e riferito dalla «Passio», nulla osta il ritenerlo come originaria e vera redazione del suo martirio, perché gli storici concordano nell'affermare che questa era praticata assai comunemente dai cartaginesi per punire i propri cittadini e gli stranieri, colpevoli di grave reato. Quando i Vandali, nel 439, invasero l'Africa, perseguitarono la Chiesa e distrussero Cartagine, i cristiani fuggiaschi in cerca di salvezza nelle isole del Tirreno, portarono con sè le reliquie della martire, insieme ad altre, per proteggerle dalla profanazione.
Le reliquie di S. Giulia giunsero e rimasero venerate per tre secoli prima in Corsica e poi in Gorgona. Nel 763 approdarono al Sinus Pisano, quella zona nella quale sorse la Livurna medioevale e nel secolo XVI, l'attuale Livorno medicea. Da qui, per via terra,
giunsero al monastero di San Salvatore in Brescia, per il quale Desiderio, re dei Longobardi e già duca di Lucca, le aveva richieste e ottenute.
Il
passaggio delle reliquie dal nostro territorio suscitò emozione e devozione; e in suo onore sorsero chiese ed altari, opere benefiche e di culto, tra le quali l'Arciconfraternita che porta il suo nome, ed anche istituti di educazione e opere d'arte e di cultura. Nel 1410, all'antica Pieve di S. Maria di Livorno fu aggiunto anche il nome di S. Giulia, ormai venerata come patrona del luogo, e nel 1835 confermata patrona della città e della diocesi da Papa Gregorio XVI.
Reliquie di Santa Giulia
Oggi, le reliquie sono custodite nella chiesa parrocchiale di Santa Giulia nel quartiere Villaggio Prealpino di Brescia.
Elevata a città, il Vescovo di Brescia, con atto fraterno e generoso, donò a Livorno una parte delle reliquie di S. Giulia, che, ora racchiuse in un prezioso e simbolico reliquiario d'argento, sono custodite nella chiesa a lei intitolata.
MARTIROLOGIO ROMANO.
In Corsica santa Giulia Vergine, coronata col supplizio della croce. ICONOGRAFIA
L'iconografia di Santa Giulia è ricca di simbolismi che riflettono la sua fede, il martirio e la purezza. Le rappresentazioni artistiche la raffigurano spesso come una giovane donna in atteggiamento di preghiera o contemplazione, con gli occhi rivolti al cielo, trasmettendo un senso di serenità anche nelle scene di sofferenza. Tra gli attributi iconografici ricorrenti vi sono:
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La croce: simbolo del suo martirio, spesso tenuta in mano o raffigurata sullo sfondo.
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La palma: emblema della vittoria spirituale dei martiri.
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Abito semplice: che sottolinea la sua umiltà e la condizione di schiava.
In alcune regioni, come la Corsica, l'iconografia di Santa Giulia incorpora elementi locali, come paesaggi insulari o dettagli marini, a testimonianza del suo legame con l'isola.
Esempi di opere raffiguranti Santa Giulia
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Trittico della martire crocifissa – Hieronymus Bosch (circa 1497)
Questo dipinto, attribuito a Bosch, mostra Santa Giulia crocifissa, evidenziando la sua serenità anche nel martirio. L'opera è conservata nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
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Scultura marmorea di Santa Giulia crocifissa – Carlo e Giovanni Carra (XVII secolo)
Una scultura in marmo di Carrara raffigurante la santa crocifissa, con dettagli realistici che sottolineano il suo sacrificio. È esposta al Museo di Santa Giulia a Brescia .
titolo Scultura in marmo di Carrara
autore Fratelli Carra anno XVII secolo
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Affreschi della chiesa di Santa Maria in Solario – Floriano Ferramola (1513–1524)
Nel ciclo di affreschi della chiesa di Santa Maria in Solario a Brescia, Santa Giulia è rappresentata tra altre sante vergini, evidenziando la sua purezza e devozione .
titolo Crocifissione di Santa Giulia
autore Floriano Ferramola anno (1513–1524
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Tavola medievale agiografica – (XIV secolo)
Una tavola che raffigura Santa Giulia al centro, con episodi della sua vita ai lati, secondo lo stile delle tavole agiografiche medievali. Questa opera è conservata a Livorno e rappresenta un'importante testimonianza del culto della santa nella città .
titolo Storie di Santa Giulia
autore Ignoto anno XIV secolo
- La devozione di Giulia per Eusebio
- Preghiera a bordo in viaggio per la Gallia
- Arrivo in Corsica
- Il governatore della Corsica e i suoi soldati schiaffeggiano Santa Giulia
- Il governatore della Corsica ordina ai suoi soldati di continuare a oltraggiare Giulia
- L’anima di Giulia crocifissa ascende al cielo
- Arrivo in Corsica dei monaci dell’isola di Gorgona
- Seppellimento del corpo di Giulia all’isola di Gorgona.
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Affreschi del coro delle monache del monastero di Santa Giulia – Floriano Ferramola e Paolo da Caylina il Giovane (1520–1527)
Un ciclo di affreschi che include rappresentazioni di sante, tra cui Santa Giulia, nel coro delle monache dell'ex monastero di Santa Giulia a Brescia .