La basilica di San Bartolomeo all’Isola sorge sull’antica Isola Tiberina, nel cuore di Roma, nata alla fine del X secolo per volontà dell’imperatore Ottone III, che volle costruirla sul sito del sacro tempio dedicato a Esculapio traslandovi le reliquie di san Bartolomeo apostolo. Questo luogo, carico di spiritualità e storia, ha fin da allora rappresentato un ponte tra la fede cristiana e le tradizioni di guarigione della città eterna.
La chiesa fu inizialmente consacrata a san’Adalberto di Praga, amico dell’imperatore e martire nel 997, ma la presenza delle sacre reliquie mutò presto la sua dedica principale verso l’apostolo Bartolomeo. Le reliquie erano giunte a Benevento dall’Armenia nell’809 e successivamente traslate a Roma, e oggi riposano in una vasca di porfido rosso, ornata con figure sacre, sotto l’altare maggiore.
L’edificio, gravemente danneggiato da una piena del Tevere nel 1557, fu ricostruito nel XVII secolo da Orazio Torriani, assumendo l’aspetto barocco che lo caratterizza ancora oggi: l’esterno mostra una facciata su due piani con portico, mentre l’interno è suddiviso in tre navate sorrette da colonne antiche.
Nel corso dei secoli la basilica ha mantenuto un ruolo viva e vibrante: fu restaurata più volte, tra cui nel XII secolo (1113 e 1180) per volontà di papi come Pasquale II. Oggi custodisce un’importante memoria moderna: dedicata nel 2000 da Giovanni Paolo II, ospita un memoriale ai nuovi martiri del XX e XXI secolo. Questa raccolta, curata dalla Comunità di Sant’Egidio, comprende reliquie e memorie di figure come Óscar Romero, Juan Jesús Posadas Ocampo, Franz Jägerstätter, don Andrea Santoro e molti altri testimoni di fede contemporanei.
Sul lato dell’Isola si affaccia il Fatebenefratelli, famoso ospedale che prosegue la lunga tradizione di cura iniziata nell’antichità. Accanto alla basilica, l’edicola ottocentesca realizzata da Ignazio Jacometti celebra questi santi, eretta nel 1869 nella piazzetta antistante.
In definitiva, la basilica rappresenta una fusione unica tra passato e presente: radicata nelle origini pagane dell’Isola Tiberina, trasformata in luogo di culto medievale, reinventata nel Barocco, e oggi faro spirituale moderno per commemorare nuovi testimoni della fede.