La Beata Vergine Maria, invocata come Madonna della Divina Provvidenza, mostra il volto materno di Dio che non abbandona i suoi figli. In Lei risplende la certezza che il Signore si prende cura dell’uomo in ogni stagione della vita, anche quando il cammino si fa oscuro. Maria accolse la Parola, diede al mondo il Figlio e continua a partecipare alla sua opera di salvezza con una premura che sostiene, consola e guida.
L’immagine più amata è quella custodita a San Carlo ai Catinari, a Roma. Maria vi stringe tra le braccia il Bambino Gesù, segno della Provvidenza fatta carne. Il suo sguardo dolce e raccolto comunica pace e infonde quella confidenza filiale che permette di dire con semplicità: «Non temere, Dio provvede.» Da questa icona si è irradiata una fioritura di grazie e opere, che ancora oggi nutrono la fede del popolo cristiano.
Chiamarla Madre della Divina Provvidenza significa riconoscere che, in Lei, la sapienza e la tenerezza del Padre trovano una casa. La sua maternità si rinnova nelle famiglie, nelle comunità e in ogni opera che porta il segno della carità. Maria non è soltanto conforto: è scuola di fiducia, invito a consegnare a Dio pensieri e affanni, esortazione a farsi strumenti del bene verso chi è nel bisogno.
Questo titolo mariano ha segnato in profondità la vita e la missione di san Luigi Guanella. Sacerdote dal cuore ardente, egli trovò in Maria la via sicura per affidare tutto alla Provvidenza. La chiamava Madre che veglia e provvede, guida dei suoi poveri e sostegno delle opere nate per loro. Nei momenti più esigenti, si stringeva a Lei con abbandono semplice e forte.
«La Madonna della Divina Provvidenza raccoglie il suo divin Figlio e se lo stringe amorosamente al cuore… Io abbraccio la Divina Provvidenza, la quale si serve di me, umile ancella.»
Da questa confidenza scaturirono case, scuole, accoglienze, famiglie religiose. I Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza nacquero sotto lo sguardo della Vergine e furono poste nelle sue mani. Guanella insegnò che la vera devozione non si ferma al sentimento: preghiera e azione camminano insieme. Chi ama Maria diventa segno concreto della Provvidenza per i fratelli, soprattutto gli ultimi.
«Madre della Divina Provvidenza, pensaci tu.»
Questa giaculatoria, tanto cara alla famiglia guanelliana, non è evasione, ma coraggio evangelico: mentre affida tutto a Maria, il credente si mette in cammino, costruisce il bene possibile, riconosce che ogni frutto nasce dalla grazia. Così la devozione si traduce in gesti quotidiani di carità, nella pazienza delle relazioni, nella fedeltà delle scelte piccole e grandi.
Ogni volta che invochiamo la Madonna della Divina Provvidenza, rinasce la speranza: nulla è perduto, perché l’amore di Dio ci raggiunge. La festa che molte comunità celebrano nel mese di novembre ricorda che la Provvidenza non è un’idea, ma una carezza che passa attraverso il cuore di Maria. Con fiducia di figli, possiamo dire: «Madre, nelle tue mani mettiamo tutto: Tu conosci ciò di cui abbiamo bisogno. Provvedi tu, come una madre sa fare.»