Il bollandista II. Delehaye considera gli Acta di questi martiri, nella forma abbreviata o estesa, niente più di un romanzo pio basato su una storia di Erodoto, i cui episodi vengono falsamente attribuiti a un certo Nilo, presunto compagno e testimone oculare dei santi. La vicenda è situata ad Ancira (Turchia) e racconta in modo verosimile di come l'oste Teodoto abbia recuperato le reliquie di S. Valente, traendole in salvo da un fiume; incontrato poi un gruppo di fedeli e sedutisi sull'erba, essi si erano radunati con il prete Frontone.
Ammirato dalla bellezza di quel posto solitario per costruirvi una cappella a custodia delle reliquie dei martiri, Teodoto diede al presbitero il suo anello come promessa di procurare alcune reliquie. Di lì a poco, l'oste si trovò coinvolto in un altro evento: la celebrazione di una festa in onore di Diana e Minerva, le cui statue dovevano essere lavate in un laghetto da un gruppo di sacerdotesse a ciò addette.
Sette giovani cristiane però, che avevano rifiutato di divenire sacerdotesse delle dee, erano state spogliate e gettate in acqua con una pietra legata al collo. Teodoto anche questa volta recuperò i corpi ma fu tradito e decapitato. Venutolo a sapere, Frontone si recò ad Ancira sul suo asino, portò alcuni otri di vino e li offrì ai soldati posti di guardia al corpo di Teodoto fino a ubriacarli; poté così prendere il corpo del martire, metterlo sul dorso dell'asino e dileguarsi con il favore delle tenebre. Tornato a Malos costruì una cappella, realizzando il desiderio di Teodoto e ponendovi come reliquie i suoi resti, in modo tale che il sacerdote gli poté rimettere al dito l'anello avuto in pegno. Questa narrazione è stata per lungo tempo considerata autentica; attualmente, invece, persino l'esi-stenza stessa dei santi è messa in discussione.
MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Ankara in Galazia, nell’odierna Turchia, santi martiri Teódoto e Tecúsa, sua zia, Alessandra, Claudia, Faina, Eufrasia, Matrona e Giulitta, vergini; queste ultime furono dapprima costrette dal governatore alla prostituzione e poi immerse in una palude con dei massi legati al collo.
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