Paolo detto « il semplice », perché fu veramente di una semplicità estrema e meravigliosa, originario dell'Egitto dove lavorava la terra .
Ignara fu la sua vita fino ai sessant'anni quando abbandonò la moglie, più giovane di lui e sfacciatamente infedele, e si ritirò dal mondo. Traversò il deserto e giunse alla celletta di Sant'Antonio Abate. Il Patriarca dei solitari già da diversi anni si era ritirato lontano dagli occhi degli uomini. Paolo il Semplice fu uno dei primi a presentarsi al Santo Abate con l'intenzione di mettersi alla sua scuola di vita austera. Ma la maniera con la quale egli venne accolto mostra che non doveva essere davvero una vita facile e pigra, quella scelta dagli eremiti, fuggendo il disordine e il frastuono del mondo. Sant'Antonio lo scoraggiò dicendogli che era troppo vecchio per la durissima vita del deserto. Gli consigliò di cambiare idea, e di ritornare a vivere in un villaggio.
Per essere certo di liberarsi dall'anziano postulante, restò chiuso nella sua cella tre giorni e tre notti. Al quarto sole finalmente uscì, e vide Paolo il Semplice nello stesso punto dove l'aveva lasciato. Non aveva preso né cibo né bevanda. Perciò non poteva affrontare in quelle condizioni la faticosa strada del ritorno.
Intenerito, Sant'Antonio lo fece entrare nella celletta. Ma volle ancora metterlo alla prova. Sempre a digiuno gli ordinò di intrecciare una grossa corda con le foglie di palma. Lavora e lavora, Paolo il Semplice arrivò a farne 95 braccia. Ma il rigoroso maestro d'ascetismo osservò che era fatta male e gl'impose di disfarla e di rifarla tutta. Senza una parola, il vecchio riprese quella fatica che avrebbe spazientito un Giobbe e fiaccato un Sansone. Sant'Antonio ne fu commosso, ma non ancora convinto. Gli chiese se volesse mangiare. « Come ti piacerà, padre », rispose il paziente discepolo. Il pasto consisteva di una sola pagnotta secca, ammollata nell'acqua. «A me questa basta », spiegò Antonio.« Allora basterà anche a me - rispose Paolo - perché anch'io voglio diventare monaco ».Questo tirocinio quasi spietato durò un mese. Dopodiché, Sant'Antonio concluse che il discepolo era ormai un perfetto anacoreta. E in una celletta distante quattro miglia da quella del Santo Patriarca, San Paolo il Semplice passò il resto della sua vita, resistendo a privazioni e a tentazioni. Nella sua straordinaria semplicità, venne favorito dal Cielo di prodigiose facoltà. Ne approfittò per far del bene a tutti coloro che ricorrevano a lui, malati, dubbiosi, afflitti o indemoniati, fino alla morte, che non si sa bene in quale anno lo colse, né a quale età.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Tebaide in Egitto, san Paolo, detto il Semplice, discepolo di sant’Antonio.
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