Giudicaele era un re della Bretagna, fratello maggiore di S. Giudoco (13 dic.); successe al padre sul trono, ma fu costretto a difendere la sua posizione con la forza militare. Sembra che il popolo britannico abbia avuto una buona opinione di lui, tuttavia fu sostituito da un altro fratello, Salomone, ed entrò nel monastero a Gàel, vicino a Vannes. La sua guida spirituale fu S. Mevenno (21 giu.), che cercò di dissuaderlo dall'infliggersi mortificazioni estreme. Una volta, in inverno, trovò Giudicacle immerso in un ruscello ghiacciato, con la testa che sporgeva fuori da un buco, e gli disse che, sebbene rispettasse il suo fervore, era necessario temperarlo con discrezione.
Quando suo fratello Salomone morì nel 630 circa, la famiglia lo implorò di ritornare alla vita secolare e di diventare di nuovo re. Si fece crescere i capelli e la barba, cambiò l'abito, e sposò una donna virtuosa, con la quale si dedicò a una vita di pietà e pace. Assistevano i poveri c vivevano con grande semplicità, nascondendo la loro assenza dalla corte. Si dice che Giudicaelc possedesse un calice speciale con un coperchio, così i nobili non potevano vedere che stava bevendo acqua anziché vino.
Il periodo che trascorse con la guida di S. Mevenno fece maturare in lui una profonda considerazione della vita religiosa. Costruì molte chiese e monasteri, compresa la chiesa di Notre-Dame di Paimpont edificata in un luogo dove i druidi, a quanto pare, avevano praticato sacrifici umani, per purificarlo; ma anche se intraprese opere buone, Giudicaele sentiva ancora il rimorso segreto di aver abbandonato la vita monastica e un'avversione crescente per la vita mondana di conte. Alla fine rinunciò all'incarico e tornò nel monastero a Gàel. Visse a lungo, alcuni dicono altri vent'anni, come monaco, prima di morire ed essere sepolto vicino al suo maestro S. Mevenno.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Bretagna in Francia, san Giudicaele, che promosse con ogni mezzo la pace tra Bretoni e Franchi e, deposto l’incarico di re, si dice si sia ritirato nel monastero di Saint-Méen.
Santa Caterina da Siena Vergine e dottore della Chiesa, patrona d'ItaliaIl Signore è solito servirsi di umili e deboli creature per operare cose grandi: si servì di Ester per liberare il suo popolo dalla morte, di Giuditta per abbattere l'invitto Oloferne, si servì di Maria SS. per compiere la Redenzione, si servì di S. Caterina da Siena per dare la pace alla Chiesa e ai popoli del suo tempo.
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