Genesio (Genet o Genès), ventunesimo vescovo di Clermont, fu molto amato dal popolo. Nato in quella città da una famiglia senatoriale e divenuto arcidiacono, per la sua reputazione di uomo colto, virtuoso e generoso fu scelto all'unanimità dal clero e dal popolo come vescovo. Egli attese tre giorni ad accettare il compito, per vedere se avessero cambiato idea per la risposta dilazionata, e scelto un altro.
Dopo cinque anni di episcopato intraprese un viaggio verso Roma nella speranza di ottenere di essere sollevato dall'incarico e poter ritirarsi in solitudine, ma i suoi concittadini inviarono emissari dietro a lui per convincerlo a ritornare e, quando fu vicino a Clermont, il clero gli andò incontro in processione, con candele e canti, portandogli malati perché li benedicesse. Costruì una chiesa dedicata a S. Sinforiano (22 ago.), uno dei primi martiri di Autun, e un ospizio alle porte della città. Inoltre fondò un monastero chiamato Manglieu o Grandlieu. Morì nella sua diocesi e fu sepolto nella chiesa di S. Sinforiano, che poi prese il suo nome.
La sua storia è stata confusa con quella di S. Genesio di Arles (25 ago.), che fu martirizzato intorno all'anno 303 (più di tre secoli e mezzo prima), e questo scambio si può spiegare solo come un caso di omonimia. Genesio di Arles era un notaio e non un vescovo, e fu condannato per aver protestato quando gli fu richiesto di fornire prove in tribunale contro i cristiani.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Clermont-Ferrand in Aquitania, in Francia, san Genesio, vescovo, il cui corpo fu deposto a Manglieu nella chiesa del monastero da lui stesso fondato con l’annesso ospizio.
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